Nella Bhagavad Gita si parla della possibilità di realizzarsi attraverso il proprio lavoro: ho riflettuto e penso che per questo motivo sia molto importate scegliere con lucidità e chiarezza in che cosa incanalare le proprie forze. Per poterlo fare dobbiamo prima di tutto svestirci dal pesante abito dell' EGO e smettere di pensare a come soddisfarlo. L'ego sfrutta le consuetudini ed i giudizi come parametro di verifica della propria soddisfazione, e così non ci sentiremo mai adeguati se non rientreremo in quella particolare categoria che è così tanto in voga negli anni in cui stiamo vivendo. La corsa a soddisfare l'ego è senza fine, noi cerchiamo sicurezza e lui ci restituisce desideri sempre più difficili da realizzare e distanti dalla nostra natura. Lo yoga ci aiuta a tornare in contatto con noi stessi per poter sentire che cosa bisbiglia la nostra voce interiore, ma ci sono molte altre vie per tornare in ascolto della propria natura: il concetto chiave è di ritrovare onestà e trasparenza nei nostri confronti.
Felicità e realizzazione vanno a braccetto, quando siamo sul nostro sentiero lo riconosciamo immediatamente. Le insicurezze si indeboliscono e la fretta di ottenere risultati svanisce, ci nutriamo momento dopo momento di quello che stiamo facendo, perché finalmente in ogni azione ci riconosciamo e non siamo più a disagio; anche se il nostro cammino ci ha portati ad essere apparentemente distanti e stravaganti rispetto alle consuetudini del tempo presente, quasi non ce ne accorgiamo perché la nostra attenzione è rivolta a ciò che stiamo coltivando dentro, spezziamo così le catene del giudizio verso noi stessi e gli altri e torniamo a vedere il mondo in termini di empatia.