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Vi racconto perchè mi annodo.


Ogni centimetro del mio corpo in cui riesco a portare piena Consapevolezza è un centimetro in più in cui mi sento a mio agio.

La Consapevolezza per me ha sempre richiesto lentezza attraverso un'esperienza personale; Consapevolezza che attraversa il corpo fisico, ogni stato emotivo, i sentimenti e l'intelletto.

Ognuno di noi ha la sua via, che sia la meditazione, o i mantra, o la preghiera; fino ad ora per me lavorare sul corpo è stato come aprire un libro e trovare scritte le esperienze passate, per rileggerle e comprenderle meglio.

A volte per spingermi in una nuova area inesplorata, devo rendere più profonda una torsione, o riportarmi in quel punto, sui palmi delle mani, in bilico, dove l'equilibrio è così precario che anche un solo pensiero può farmi cadere.

E' in quel punto esatto che posso osservare la mia mente, o un'emozione; qualcosa che nel quotidiano resta sempre latente, sommerso dalle esigenze del momento e che mi sfugge.

Riesco ad averne piena consapevolezza solo quando mi fermo a fissarlo.

A volte emergono pensieri fissi, attaccamenti, quasi mai qualcosa di simpatico (alla mente piace mettere sotto il tappeto del subconscio tutto ciò che di sgradevole incontra), ma nel prenderci confidenza, nel conoscere e accettare che anche quella è una parte di me, capisco come gestirla, e se è il caso di lasciarla andare.

Beh chiaro, non con la rapidità con cui ho scritto queste righe, alcuni attaccamenti e schemi mentali sono così radicati che richiedono anni per essere sciolti.

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